
Autotraduzione. Pratiche, teorie, storie / Autotraduction. Pratiques, théories, histoires, Città di Castello, I libri di Emil, 2020.
Autotraduzione. Pratiche, teorie, storie / Autotraduction. Pratiques, théories, histoires, Città di Castello, I libri di Emil, 2020.
Gli scrittori si traducono. Riflessioni, discorsi e conversazioni sull'autotraduzione da parte di chi la pratica, Città di Castello, I libri di Emil, 2019.
L'écriture des moniales. Répertoire des textes personnels en langue française à l'époque de la Contre-Réforme, Città di Castello, I libri di Emil, 2019.
Vient de paraître, dans la série "Littérature québécoise" dirigée par É. Nardout-Lafarge et Alessandra Ferraro, une nouvelle édition, revue par l’auteur, de son ouvrage de référence sur l’hétérolinguisme littéraire. Rainier Grutman théorise la présence dans un texte d’idiomes étrangers, aussi bien que de variétés (sociales, régionales ou chronologiques) de la langue principale qui révèlent des enjeux tant esthétiques que identitaires. L'hétérolinguisme au Québec en représente un modèle par excellence.
Se ad ogni livello di analisi sembra vacillare il rapporto tradizionale e occidentale tra le parole e le cose, e prima di tutto nella problematizzazione antropologica della religione, le missioni diventano anche il luogo in cui comincia ad essere evidente una crisi della cultura occidentale, avvertita prima di tutto nei limiti simbolici di traducibilità culturale e linguistica del suo “senso” profondo, al di là, – e più spesso all’interno –, del potere politico-economico e simbolico degli Stati e della Chiesa istituzionale che governano la “conquista”. Le esigenze concrete di traduzione nelle lingue della foresta e la necessità di dare un ordine alle malattie del linguaggio ci dicono molto della loro struttura, anche se i criteri classici di riferimento ne addomesticano la diversità. Il linguista esperto è in grado di valutare l’incidenza della prospettiva e le conseguenti interferenze: le difficoltà pratiche di comunicazione, evidenti nei catechismi, sono testimonianze dirette di una diversità linguistica quasi irriducibile.
Il volume analizza le missioni come luogo di una compatibilità impossibile a livello generale, con gli inevitabili compromessi, dalle soluzioni più o meno locali ai grandi conflitti, ma anche e nello stesso tempo una sorta di laboratorio della modernità, da comprendere sia come centro organizzatore di diversi modelli di coesistenza di senso sia come struttura generativa di soluzioni discutibili, e a lungo discusse nell’età classica, della crisi degli ordini e delle rappresentazioni.
Ce volume recueille des études d’œuvres québécoises et françaises considérées dans leur relation au fait religieux.
Lo studio fa emergere il valore letterario della scrittura di Marie de l’Incarnation, Orsolina di Tours, che ha saputo conciliare l’alterità verticale della mistica con quella orizzontale del confronto tra missionari e ‘sauvagerie’. Contestualizzando le sue opere nella tradizione del Seicento francese e negli scritti della Nouvelle-France, l’autrice mostra e chiarisce il particolare linguaggio attraverso il quale la santa racconta la sua straordinaria esperienza di mistica e di missionaria.
Alessandra Ferraro analyse les œuvres de Marco Micone, Carole David, Antonio D’Alfonso, Monique Bosco, Régine Robin et Wajdi Mouawad en les mettant en relation avec l’émergence de l’écriture migrante au Québec et le phénomène de la transculture.