L'alimentazione come patrimonio culturale dell'emigrazione nelle Americhe

Convegno internazionale 
L'ALIMENTAZIONE COME PATRIMONIO CULTURALE DELL'EMIGRAZIONE NELLE AMERICHE
Udine, 8-9 ottobre 2009

Produzione enogastronomica, ruolo della donna, lingua, letteratura e folklore tra gli italiani, e friulani, migrati nei Paesi latinoamericani
Udine, settembre 2009 – “L’alimentazione come patrimonio culturale dell’emigrazione nelle Americhe” è il tema del convegno internazionale organizzato dall’Università di Udine che si terrà giovedì 8, inizio alle 9.15, e venerdì 9 ottobre nella sala convegni di Palazzo Antonini a Udine. L’incontro servirà a fare il punto sui più recenti studi sui temi della produzione gastronomica e letteraria della migrazione italiana, in particolare friulana, nel nord e sud America. Parteciperanno una quarantina di studiosi provenienti da atenei italiani, latinoamericani e spagnoli.
Il rapporto tra alimentazione ed emigrazione sarà esaminato da diverse prospettive. In particolare, sarà analizzato il modo in cui il cibo determina l’integrazione sociale e il ruolo fondamentale svolto dalla donna, «capace di comunicare – spiega la coordinatrice scientifica dell’evento, Silvana Serafin – attraverso il recupero e il mantenimento di antiche tradizioni legate alla cucina». Non mancheranno gli aspetti linguistici relativi all’arte culinaria: dal censimento dei termini italiani al rilevamento dei tipi dialettali alla vitalità, conservazione, innovazione e sviluppo della terminologia italiana relazionata al cibo. In primo piano anche gli aspetti folkloristici ed etnografici legati all’alimentazione.
Per quanto riguarda la scienza dell’alimentazione, si parlerà dell’importanza del settore enogastronomico e della rivisitazione delle ricette tradizionali. «Esempio emblematico – sottolinea Serafin –, è il rientro nelle Americhe della polenta come valorizzazione del mais autoctono reinterpretato dalla cultura friulana e veneta». Saranno inoltre trattati aspetti antropologici e sociologici come l’autocoscienza etnica, l’integrazione degli italiani e il cibo come valvola di sfogo per compensare l’insoddisfazione del “vivere-al-di-fuori”.
I lavori saranno aperti dai saluti del rettore Cristiana Compagno; dei presidenti della Fondazione Crup, Lionello D’Agostini, dell’Ente Friuli nel mondo, Giorgio Santuz; del Consorzio universitario del Friuli, Giovanni Frau, e della Commissione pari-opportunità dell’Ateneo, Marina Brollo; della preside della facoltà di Lingue, Antonella Riem; del direttore del dipartimento di Lingue e letterature germaniche e romanze, Sergio Cappello, e del consigliere regionale, Giorgio Venier Romano. Il convegno è promosso dal Centro internazionale letterature migranti Oltreoceano (Cilm) in collaborazione con la cattedra di Lingue e letterature ispano-americane dell’ateneo udinese, divenuti punto di riferimento nazionale e internazionale sugli studi di settore.
«Il convegno – evidenzia Serafin – punta a svelare il reale significato del “vivere insieme nella diversità”. Sarà inoltre un momento importante per rafforzare i rapporti tra Friuli e Argentina, per individuare la presenza di nostri connazionali attivi all’interno di università e istituzioni locali, per sottolineare il valore culturale che gli emigranti friulani sono riusciti a trasmettere nella terra d’accoglienza contribuendo fortemente alla nascita di una nuova società».

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