La donna elettrica

TitoloLa donna elettrica

Regia: Benedikt Erlingsson

Origine e anno: Islanda, Francia, Ucraina 2018

Durata: 101’

Sinossi:

Nei suggestivi paesaggi islandesi Halla, direttrice di un coro e nel tempo libero eco-attivista militante, vuole impedire al suo Paese di firmare uno sconsiderato accordo per lo sfruttamento delle risorse naturali. Sfidando il proprio governo, Halla compie azioni di sabotaggio firmandosi “la donna elettrica”, sostenuta da un componente del suo coro che lavora nel governo islandese e che le fornisce le informazioni per agire indisturbata. Le cose però si complicano quando Halla riceve una lettera: se fino a questo momento ha agito senza paura delle conseguenze, il ripresentarsi di un desiderio passato, che coinvolge sia lei che la sorella gemella, impone la necessità di ripensare al proprio piano.

Commento:

In La donna elettrica Benedikt Erlingsson, qui al suo secondo lungometraggio dopo Storie di cavalli e di uomini (2013), mette in scena una riflessione sull’importanza della partecipazione attiva e nella manifestazione dei valori in cui si crede, non tralasciando però le zone grigie, le criticità che una protesta attiva può comportare. Un sabotaggio della linea elettrica è violenza terroristica o la manifestazione di un’idea? Degna di nota la componente musicale, per la quale il regista si affida ad un piccolo gruppo di musicisti che accompagnano in modo surreale e comico la protagonista.

[Commento e sinossi a cura di Simone Colazzo]