2002: La seconda odissea
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Titolo: 2002: La seconda odissea Regia: Douglas Trumbull Origine e anno: Stati Uniti d’America, 1972 Durata: 90’ |
Sinossi:
In un futuro dominato da logiche industriali, la natura è scomparsa dalla Terra e gli ultimi ecosistemi vivono confinati in serre spaziali in orbita attorno a Saturno. A bordo della nave Valley Forge, l’addetto botanico Freeman Lowell si dedica con fervore alla cura di queste fragili foreste. Quando un ordine mette improvvisamente in discussione la missione, Lowell si trova costretto a prendere decisioni radicali che mettono alla prova il suo ideale di cura e preservazione dell’ambiente.
Commento:
Con 2002: La seconda odissea (Silent Running, 1972), Douglas Trumbull (figura chiave degli effetti visivi di 2001: Odissea nello spazio, Incontri ravvicinati del terzo tipo) esordisce alla regia con di un film che coniuga etica ecologista, malinconia esistenziale e una fantascienza dall’impronta più lirica che spettacolare. La messa in scena punta su un forte contrasto visivo tra le serre colme di vegetazione e l’ambiente meccanico e asettico dell’astronave. Trumbull, forte della sua esperienza negli effetti speciali, costruisce sequenze spaziali di notevole impatto visivo, realizzate con modellini e tecniche ottiche dal grande fascino artigianale. La regia predilige tempi dilatati, pause contemplative e atmosfere silenziose, in sintonia con il senso di solitudine che attraversa tutto il film. Pur se ambientata nello spazio, l’opera adotta una prospettiva quasi terrestre, intima, dove l’azione è ridotta al minimo e al centro c’è un conflitto morale: salvare ciò che resta della natura, anche a costo di tradire l’umanità.
Il protagonista, interpretato da Bruce Dern, incarna una figura di ribelle idealista e alienato, disposto a gesti estremi pur di proteggere un patrimonio biologico ormai dimenticato dalla Terra; la sua performance, sopra le righe e teatrale, accentua il senso di frattura tra l’individuo e la collettività. A sottolineare questo tono intimo e dolente contribuisce la colonna sonora di Peter Schickele, impreziosita dalla voce di Joan Baez, scelta lontana dai codici sonori della space opera dei decenni precedenti.
Più che proporre una visione futuristica o scientificamente coerente, 2002: La seconda odissea usa la fantascienza come strumento di critica sociale e ambientale. In un’epoca in cui la coscienza ecologica iniziava a emergere nel discorso pubblico, il film si distingue per la radicalità del suo messaggio e per la delicatezza con cui ne mette in scena le implicazioni etiche. Non una grande epopea spaziale, ma un componimento poetico sul gesto di resistenza di un uomo solo contro l’abbandono della natura.
[Sinossi e commento a cura di Anna Ragni]
