Bottega del Sapere: "Le montagne della nostra regione: valori naturali e culturali da scoprire, vivere e custodire" - Prof.ssa Bassi

La seguente relazione fa riferimento alla Bottega del Sapere tenutasi martedì 28 maggio 2019 presso l’esercizio commerciale K2 Sport. Il docente coinvolto, Ivana Bassi, appartiene al Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali dell’Università degli Studi di Udine e ha sostenuto un incontro con la popolazione, trattando il seguente il tema: “Le montagne della nostra regione: valori naturali e culturali da scoprire, vivere e custodire”.

 

 “Le montagne della nostra regione: valori naturali e culturali da scoprire, vivere e custodire”

Il territorio nasce da un dialogo, da una relazione tra entità viventi, da un confronto tra la natura e l’uomo: è un viaggio attraverso il tempo, lungo la storia.

Le asprezze del territorio, la severità e la variabilità degli eventi atmosferici, la scarsa disponibilità di risorse, i tempi vegetativi brevi ed effimeri sono fattori potenti nel plasmare l’identità dell’uomo di montagna. Il territorio è dunque un essere vivente che ha carattere, personalità, identità chiaramente percepibili nei segni del paesaggio.

Esistono varie definizioni di “paesaggio”:

-          la Convenzione Europea del Paesaggio, del 2000, dichiara che «il paesaggio svolge importanti funzioni di interesse generale, sul piano culturale, ecologico, ambientale e sociale e costituisce una risorsa favorevole all’attività economica, … il paesaggio coopera all’elaborazione delle culture locali…. designa una determinata parte di territorio, così come percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni».

-          secondo il Codice dei beni culturali e del paesaggio (D. Lgs. 42/2004) il paesaggio è il territorio che esprime identità, frutto dell’intreccio di fattori naturali ed umani.

Dunque il paesaggio attiene alla sfera della percezione umana e quindi alla sfera della soggettività. Sia la Convenzione europea del paesaggio che il Codice dei beni culturali fanno esplicito riferimento al coinvolgimento dei cittadini nella cura e nelle decisioni da prendere in merito al paesaggio.

Quali sono le risorse del territorio?

Il territorio montano è ricco di piante, animali, rocce e altre risorse naturali, ma anche di storia, tradizioni, economia delle terre alte, ovvero di quei contenuti frutto delle attività come l’agricoltura, l’alpicoltura, la transumanza, l’attività boschiva, la religiosità, le Feste, la Storia.

L’Agricoltura alpina è un modello di tipo romanzo (latino) prevalente nelle Alpi meridionali e rappresenta un sistema foraggero zootecnico legato alle coltivazioni (grano). Il sistema foraggero zootecnico prevede più fasi: nella prima gli animali vengono “ricoverati” nelle stalle e i prati falciati per ottenere il foraggio, sia fresco che trasformato. Nella seconda fase, che avviene durante il periodo primaverile, principalmente a maggio, le vacche vengono spostate, prima negli stavoli per un primo adattamento e poi nelle malghe. La terza fase prevede l’individuazione di una persona che si ferma in malga per accudire le vacche e trasformare il latte in formaggio, burro e ricotta.

Al giorno d’oggi l’agricoltura si concentra nella prevenzione dei rischi naturali (grazie alla pulizia dei boschi e degli alvei dei fiumi), nella conservazione e nella tutela del paesaggio coltivato, nel mantenimento degli insediamenti e nella tutela degli elementi tradizionali del paesaggio rurale. Oggi l’agricoltura si preoccupa di salvaguardare la biodiversità, anche grazie alla coltivazione di varietà autoctone e all’allevamento di razze animali adatte alle condizioni locali.

In FVG, grazie a vari presìdi Slow Food, vengono creati prodotti alimentari come: Aglio di resia, Radìc di mont, Formadi frant, Pan di sorc, Pestàt di Fagagna, Cipolla di Cavaso e della Val Cosa, Formaggio di latteria turnaria, Rosa di Gorizio e Pitina.

 

Possiamo analizzare in particolare due attività tipiche delle aree montane più aride, nate entrambe allo scopo di procurare pascoli freschi agli animali: l’Alpicoltura e la Transumanza. La prima prevede lo spostamento verticale dei bovini, dai villaggi agli alpeggi; la seconda prevede lo spostamento orizzontale di ovocaprini. L’aridità degli Appennini permetterebbe un allevamento finalizzato solo alla produzione di carni: la pastorizia transumante favorisce anche la produzione di latte con conseguente produzione di formaggi.


Un’altra attività montana importantissima è quella boschiva: la cura del bosco mette in sicurezza il territorio da problemi di carattere idrogeologico, garantisce la salvaguardia del paesaggio ed ha anche una funzione economica perché il legno tagliato diventa materiale da costruzione o combustibile.

Esistono ancora altri aspetti da considerare come le tradizioni, la religiosità, le feste e la storia. Il cristianesimo nelle nostre montagne spesso si è sovrapposto a forme precedenti di religiosità di cui si sono mantenute le forme ma modificati i contenuti. L’immaginario delle genti alpine era popolato da streghe, diavoli, krampus, sbilfs e krivapete, personaggi che oggi ritroviamo nelle feste soprattutto di carnevale (Püst – Carnevale Resiano, il Carnevale nelle valli Natisone – Montefosca, Pulfero, Rodda).  La festa ha un ruolo ludico-ricreativo, rafforza i legami, regala un senso di appartenenza, e riannoda legami sociali e familiari. Le feste alpine spesso seguono il ritmo delle stagioni e della vita: le feste d’Inverno ricordano l’importanza della luce per la vita in montagna; le Feste di Primavera celebrano la rinascita; la Festa della monticazione e demonticazione la transumanza verticale.  

Il territorio della nostra regione è dunque un elemento importantissimo, soprattutto quello di alta quota, all’interno. L’Italia dell’immediato dopoguerra doveva molto ai territori di alta quota poiché lì si erano combattute le più aspre battaglie e si erano consumate le stragi più grandi. E’ un essere vivente che ha un suo ciclo di vita. Nasce, matura, invecchia, muore e infine rinasce. Tuttavia ha bisogno di cure, deve essere accudito, nutrito. L’abbandono (dissipazione) e la mancanza di manutenzione, cui seguono decadenza e degrado, o la distruzione intenzionale, che spesso nasconde scopi puramente economici, sono atti dell’uomo che portano il territorio montano a un veloce degrado e alla distruzione e morte. Oggi più che mai c’è cura e conservazione del territorio che sarà goduto domani dalle generazioni future.

Dobbiamo conservare le aree protette e quelle aree naturali con bacini di biodiversità. In FVG sono presenti il Parco naturale delle Prealpi Giulie e il Parco naturale delle Dolomiti friulane. Conservazione significa cura e non “museificazione” perché si tratta di sistema vivente e, in quanto tale, in continua trasformazione.

È necessario attuare politiche di sviluppo sostenibile come quelle citate nella Convenzione delle Alpi e nell’Agenda 2030.

La Convenzione delle Alpi è un trattato internazionale, sottoscritto dai Paesi alpini (Austria, Francia, Germania, Italia, Liechtenstein, Monaco, Slovenia e Svizzera) e dall’Unione Europea, per lo sviluppo sostenibile e la protezione delle Alpi. La convenzione è entrata in vigore nel 1995 attraverso dei protocolli e dichiarando le caratteristiche del territorio alpino: una superficie di 190.959 km2, una lunghezza di circa 1200 Km, una larghezza massimo di 300 km. Sono stati inoltre inclusi 14 milioni di abitanti, 30.000 specie animali e 13.000 specie vegetali, dimostrando l’elevata (bio)diversità del territorio. Esso è condiviso da otto stati: Austria (per il 28,7% della superficie totale), Italia (27,2%), Francia (21,4%), Svizzera (13,2%), Germania (5,8%), Slovenia (3,6%), Liechtenstein (0,08%) e (Principato di Monaco (0,001%).

L’Agenda 2030 invece, è un programma d’azione sottoscritto nel 2015 dai governi dei 193 paesi membri dell’ONU. Indica la strada da percorrere fino al 2030 per lo sviluppo sostenibile del pianeta, ingloba 17 obbiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) articolati in 169 target.

L’obbiettivo è quello di garantire, entro il 2020 e in linea con gli obblighi derivanti dagli accordi internazionali, la conservazione, il ripristino e l’uso sostenibile degli ecosistemi di acqua dolce , terrestri e dell’entroterra, dei loro servizi, in particolare le foreste, le zone umide, le montagne e le zone aride.

L’uomo ha il dovere di rinnovare e rafforzare il suo legame con la natura ed aumentare il valore del patrimonio territoriale per favorire un nuovo equilibrio ecologico e naturale.